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mercoledì 12 settembre 2012

Le montagne russe dell’Anspi

Si, non è un miraggio!
Dopo tanto tempo torno a casa! E torno a scrivere! Perché? Per un motivo molto semplice…. Ho bisogno di una terapia di rilassamento e di approfondimento.
Quest’anno, visto le mille cose che mi capiteranno, dopo 10 anni ho deciso di chiudere con le squadre dell’Oratorio.
E’ stata una scelta dolorosa, perché sono state anche una mia creazione, le ho fatte nascere , curate, ci ho perso dietro tempo e pazienza per cercare di farle crescere non solo sportivamente ma anche sotto un’ottica etica e da oratorio.
Mi ha dato tante soddisfazioni, non solo sportive. In certi casi all’inizio mi ha pure “salvato” ed è stato fondamentale perché non affondassi.
Ma, ribadisco non solo sportivamente. Mi ha dato modo di conoscere tante persone, alcune specialissime, con cui ho fatto un bellissimo percorso e che ha portato tanti frutti (l’ultimo dei quali domenica…).
Soprattutto dei primi anni ho dei ricordi meravigliosi, di momenti complicati ma anche di grandi risate e di affetto ricevuto.

Poi qualcosa si è rotto. Ed è cominciato una valanga in cui sono ancora intrappolato. In questi anni nonostante i mille impegni e le mancanze di tempo, ho visto vertiginosamente aumentare gente che mi ha deluso, gente che non è capace minimamente di fare sacrifici per il bene comune.
E non parlo solo di chi è all’interno dei responsabili. Anzi. Genitori che vogliono imporre le loro idee a tutti i costi anche a costo di farti fare figure di merda, che se ne fregano che tu e i tuoi collaboratori non pigliate un euro per lavorare praticamente quotidianamente. Che a fronte della mirabile cifra di 45 euro all’anno per far fare sport al figlio, pretendono di avere e basta.

Ma purtroppo non solo. Anche all’interno dei responsabili ho avuto delle signore delusioni. Gente di cui mi fidavo ciecamente, che senza dir niente voltano le spalle. Gente che non propone soluzioni ma pretende che tu ne tiri fuori dal cilindro. Gente a cui non gliene frega semplicemente niente di questa realtà.

Insomma, negli ultimi anni le fatiche sinceramente non sono state compensate. E si arriva ad oggi, momento in cui si deve ricominciare un anno nuovo (ed io non voglio abbandonare prima di aver lasciato in rotta la nave….) in cui sono realmente stanco e nauseato da questa cosa e non vedo l’ora di andarmene.

Peccato. Lasciare una cosa a cui tenevo così tanto con tanta amarezza. Mi terrò i ricordi belli e l’amicizia delle persone per cui ne è valsa la pena. Auguro all’Asd Don Orione di campare cent’anni, anche se credo che se lo farà non avrà lo stesso spirito dei tempi pionieristici.

Ok. Credo che davvero ricomincerò a scrivere in questo tristissimo blog. Ha davvero una forma terapeutica…

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